Da alcuni giorni i cittadini di San Lorenzo Maggiore si vedono recapitare una lettera informativa relativa alla Tarsu (smaltimento rifiuti). A prima vista sembrerebbe un “pesce d’aprile” fatto da simpatici buontemponi anche se con qualche giorno di ritardo. Infatti non si può pensare che un Comune della nostra Italia mandi una lettera ad un cittadino senza alcuna data, senza alcun protocollo, consegnata a mano nei casi più fortunati o addirittura lasciata nella buca delle lettere il più delle volte. Non si può pensare che un Comune anziché utilizzare i comunissimi mezzi di recapito delle lettere si affidi ai vari dipendenti, siano essi autisti, operatori ecologici, addetti di segreteria ecc.
Non si può pensare che un comune chieda a tutti i cittadini di evadere delle richieste estremamente importanti ed impegnative in soli quattro giorni, dal venerdì al lunedì successivo; tra l’altro poi non sono nemmeno quattro giorni utili se si pensa che c’è di mezzo un sabato ed una domenica.
Il tutto sotto la minaccia che tale comunicazione deve pervenire al comune entro lunedì 20 aprile pena una sanzione amministrativa variabile tra 258 e 2.065 euro!
Purtroppo non è un pesce d’aprile, non è uno scherzo, è qualcosa di tremendamente serio. I cittadini devono trasmette al Comune con tantissima fretta delle informazione sui loro fabbricati che saranno passate successivamente all’Agenzia delle Entrate e proprio per questo avrebbero dovuto avere il giusto tempo per fare le cose per bene.
Premesso che il servizio di raccolta rifiuti va pagato e che nessuno si deve sottrarre a quanto dovuto, va precisato che il cittadino dovrebbe essere messo nelle condizioni di poter far presente al comune tutti gli elementi che possono portare a stabilire una somma equa e giusta in riferimento al servizio fornito dall’amministrazione.
Allora mi chiedo come si fa ad applicare una giusta tassa prendendo in riferimento solo ed esclusivamente la “superficie calpestabile” del fabbricato?
Da una parte si dice di riportare sull’allegato foglio la superficie che si evince dalla visura catastale e dall’altra si chiede di riportare quella calpestabile. Dobbiamo riportare l’una o l’altra? Il comune sa che le due superfici non sono affatto coincidenti? Quale delle due verrà utilizzata ai fini del calcolo della Tarsu? Ma è proprio necessario comunicare queste superfici al Comune? La legge lo richiede espressamente? Se si vuole effettivamente applicare una “giusta tassa” perché non si richiedono ai cittadini tutti quegli elementi di carattere catastale, abitativo, di utilizzo ecc. che sono indispensabili per la determinazione di tale imposta.
Essa va applicata in funzione della destinazione d’uso delle superfici del fabbricato (letto, corridoio, balcone, terrazza, ripostiglio, garage), del numero delle persone che effettivamente abitano l’immobile, direi anche in funzione dell’età delle stesse.
Queste notizie doveva richiedere il questionario e non limitarsi solo ai dati catastali dell’immobile, alla via, alla destinazione e alla superficie netta calpestabile. I cittadini dovevano essere informati preventivamente su tali adempimenti e non farli trovare in tale caotica situazione dove la fretta potrebbe portare a comunicare notizie non veritiere. Del resto, e lo devo constatare con rammarico, quello di mettere i cittadini davanti al fatto compiuto su argomenti che li riguardano direttamente, è un “modus operandi” di questa amministrazione: oggi con la Tarsu ieri con la cessione dell’acquedotto comunale all’Alto Calore”.
Franco Durante